L’Aikido

I Maestri Tada e Chiossi

I Maestri Tada e Chiossi

La Via per raggiungere l’Armonia con L’Energia dell’Universo

Alcune delucidazioni sull’AIKIDO a cura del Direttore Tecnico dell’Aikikai Ferrara, Maestro CHIOSSI UBALDO VI Dan

Nella lingua giapponese, “ai” significa “unione, armonia” e “do” è “il metodo, la via”. Il termine “ki” non ha un’esatta corrispondenza con il nostro vocabolario: indica lo spirito, l’energia, la forza vitale, del singolo, ma anche della natura e dell’intero universo. Quindi la parola “Aikido” può essere tradotta con la frase “il metodo per raggiungere l’armonia con l’energia dell’universo”. Non è necessario essere degli esperti per capire che un nome come “il metodo per raggiungere l’armonia con l’energia dell’universo” sembra stonare nel variegato mondo delle arti marziali e delle discipline da combattimento in generale. Alcune considerazioni possono aiutarci a capire come sia possibile fondere tra loro due realtà apparentemente contrastanti, come un efficace metodo di difesa e una filosofia di vita tesa all’armonia.

Nonostante l’Aikido abbia una storia relativamente recente (il suo fondatore, il Maestro Morihei Ueshiba, diede a quest’arte una prima stesura definitiva attorno al 1930), si riallaccia la tradizione delle antiche scuole marziali giapponesi e cinesi, soprattutto di scherma. Particolarità del metodo è l’assenza dei colpi classici di altri stili, privilegiando l’utilizzo di leve articolari e movimenti d’evasione e proiezione.

L’allenamento inizia con il tradizionale saluto all’immagine del Fondatore ed al Maestro che conduce la lezione, passando ad una serie di esercizi di respirazione e concentrazione. Nell’Aikido è fondamentale l’importanza che assumono le tecniche per sviluppare l’energia interna, il “ki” appunto, imparando a lasciarla scorrere liberamente all’interno del corpo, sfruttandola ed incanalandola nei nostri movimenti.

Segue l’Aikitaiso, la ginnastica preparatoria a corpo libero, caratterizzata da movimenti sciolti ed armoniosi, tesi all’espansione ad al rilassamento. Non mancano, ovviamente, stretching, flessioni ed esercizi vari per la regione addominale.

L’allenamento vero e proprio inizia con lo studio delle posizioni e degli spostamenti di base. Anche in questo caso, particolare che risulta subito evidente a chi è già esperto in altre discipline marziali, i movimenti sono fluidi e rilassati, su traiettorie per lo più circolari. Base di tutti i movimenti è l’idea del tetraedro equilatero, la figura solida costituita da quattro triangoli equilateri. Indipendentemente dal lato su cui lo si appoggia, è sempre caratterizzato da un perfetto equilibro e, se lo si fa ruotare, diventa una sfera.

La pratica delle tecniche avviene a coppie, alternando il ruolo di “tori”, colui che viene attaccato ed esegue la tecnica, e di “uke”, l’attaccante. Concetto fondamentale è la totale assenza dell’uso del “ki” per spezzare o distruggere.

L’energia dell’attacco viene incanalata e fusa con la nostra, divenendo un tutt’uno. Lo scopo rimane sempre quello di difendersi efficacemente ma, anche e soprattutto, di evitare qualunque danno a chi ci sta accanto. L’idea di base è semplice: il pericolo è costituito dall’attacco di per sé, non dalla persona che lo sta eseguendo.
Gradatamente le tecniche evolvono dai movimenti rigidi ed impacciati dei principianti, fino a quelli stilizzati ed eleganti, ma terribilmente efficaci, dei più esperti. Un particolare: nella pratica dell’Aikido non esistono combattimenti, confronti o gare. Questo per un semplice motivo. Non esiste l’avversario. Noi e chi ci attacca siamo parte della stessa natura, diversi aspetti della stessa energia vitale. Non esistendo dualità, non può esistere nemmeno un confronto, con una volontà di sopraffare l’avversario.
Proprio la predilezione per i movimenti fluidi e coordinati contrapposti a quelli violenti e basati sulla pura forza, rende l’Aikido particolarmente adatto anche a donne e persone di età più matura, che non possono permettersi di esplodere con acrobatici calci o potenti pugni. Tutto senza rinunciare ad una efficiente difesa personale.

La pratica delle armi conclude normalmente la lezione. Lo studio è incentrato soprattutto sull’uso della spada giapponese, la katana, normalmente sostituita dal boken o spada di legno, secondo i principi dell’Aikiken, lo stile tipico dell’Aikido. Completano il quadro lo studio delle tecniche di jo, il bastone, e del tanto, il pugnale. Anche in questo caso lo scopo principale delle tecniche è quello di sviluppare e sfruttare l’energia interna, incanalandola e facendola fluire attraverso l’arma, che diventa una parte del nostro corpo.

Prima abbiamo ricordato che l’Aikido è caratterizzato dall’assenza di competizioni. Comunque le occasioni per incontrarsi non mancano. Nel corso dell’anno vengono organizzati numerosi stage tecnici, sotto la guida di maestri esperti, a cui partecipano praticanti dai livelli più alti fino ai principianti. Il tutto con lo scopo sì di approfondire lo studio tecnico ma, soprattutto, di conoscere nuovi amici e amiche, provenienti da tutta Italia e spesso dall’estero, uniti in una passione comune. Questi incontri hanno una durata variabile, da una o più giornate fino ad alcune settimane, e spesso sono organizzati in luoghi di villeggiatura, diventando un modo originale e divertente per passare una vacanza diversa dal solito.

Jocho nel suo “Hagakure” scrisse “impara a dare molta importanza alle piccole cose e poca alle grandi”. In fondo, Aikido è anche questo: imparare a dare importanza ai piccoli momenti della giornata, alcuni semplici esercizi di respirazione e concentrazione per scaricare lo stress alla sera o accumulare e ricaricare l’energia al mattino, la pratica di tecniche e movimenti tramandati per secoli, liberando la mente e dimenticando per alcuni minuti problemi e tensioni che pesano sulla nostra vita, rischiando di schiacciarla.

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